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“…eppoi vedete un po’ cche mm’ha pportato la bbefana a la cappa der cammino”. La Befana o Pasqua Befania a Roma. 6 gennaio 2021

Tre sonetti del poeta Giuseppe Gioacchino Belli scandiscono, con vari accenti, i momenti dell’attesa e del giorno di Festa della Befana, o di Pasqua Befania, tradizione antichissima, molto sentita a Roma in particolare, di cui la Biblioteca Istituzionale e l’Archivio Storico si sono occupati nel corso di questi anni.

 

La viggijja de pasqua bbefania
La bbefana, a li fijji, è nnescessario
de fajjela domani eh sora Tolla?
In giro oggi a ccrompà cc’è ttroppa folla.
A li mii je la fo nne l’ ottavario.
A cchiunque m’accosto oggi me bbolla:
e ccom’a Ssant’Ustacchio è cqui ar Zudario.
Dunque pe st’ otto ggiorni io me li svario;
e a la fine, se sa, cchi vvenne, ammolla.

Azzeccatesce un po’, d’un artarino.
oggi che ne chiedeveno? Otto ggnocchi;
e dd’una pupazzaccia un ber zecchino.
Mò oggnuno scerca de cacciavve l’occhi;
ma cquanno sémo ar chiude er butteghino,
la robba ve la dànno pe bbajocchi.

 

Le “lamentele” di un genitore poco incline ad affrontare la folla che si accalca a comprare regali e dolcetti da mettere nella calza, fino al punto di aspettare “i saldi”, evitando il rincaro dei rapaci venditori, riporta anche una notizia interessante e a molti sconosciuta: almeno fino al 1872 la festa della Befana a Roma, con le tradizionali bancarelle, si svolgeva tra piazza Sant’Estachio e piazza dei Caprettari. Successivamente fu spostata a Piazza Navona.

Ma una cosa non è cambiata: l’impaziente attesa dei doni da parte dei bambini, che durante la notte non hanno alcuna voglia di dormire:

La notte de pasqua bbefania
Mamma! mamma! – Donnite. – lo nun ho ssonno.
Fate dormì cchi Il’ha, ssor demonietto.
Mamma, me vojj’ arzà. -Ggiù, stamo alletto.
Nun ce posso stà ppiù; cqui mme sprofonno.
lo nun ve vesto. – E io mo cchiamo Nonno.
Ma nun è ggiomo, – E cche mm’avevio detto
che cciamancava poco? Ebbè? vv’aspetto?
Auffa li meloni e nnu li vanno!
Mamma, guardat’ un po’ ssi cce se vede?
Ma tte dico cch’è nnotte. -Ajo! – Ch’è stato?
Oh ddio mio!,m’happijjato un granchio a un piede.
Via, -‘Statte zitto, ma attizzo er lumino.
Sì, eppoi vedete un po’ cche mm’ha pportato
la bbefana a la cappa der cammino.

 

Finalmente arriva il giorno della festa ed è tutto uno “sciamare” di bambini e bambine con giocattoli, travestimenti e dolci:

La matina de pasqua bbefania
Ber vede è da per tutto sti fonghetti,
sti mammocci, sti furbi sciumachelli,
fra ‘Da bbattajjeria de ggiucarelli
zompettà come spiriti folletti!
Arlecchini, trommette, purcinelli,
cavallucci, ssediole, sciufoletti,
carrettini, cuccù, schioppi, coccetti,
sciabbole,bbarrettoni, tammurrelli…
Questo porta la cotta e la sottana,
quello e vvistitom càmiscio e ppianeta,
e cquel’ antro è uffizzial de la bbefana.
E intanto, o pprete, o cchirico, o uffizziale,
la robba dorce je tira le deta;
e mmamma strilla che ffinissce male.

In un interessante articolo di A. Venditti in Specchio Romano, si rimanda al tempo in cui ” […] nell’Ottocento piazza dei Caprettari e di Sant’Eustachio erano gremite per l’occasione di popolani che conducevano i più piccoli a comprare i giocattoli. Tutt’intorno si allineavano le baracche, ciascuna con la propria befana. Un orribile fantoccio, riprodotto da Bartolomeo Pinelli, così descritto nel “Rugantino” del 1888:

“Pressoché simili sono i ritratti della Befana di piazza Sant’Eustachio vista da vicino. Era un fantoccio vestito da donna e col viso tutto nero, gli occhi rossi, le labbra grosse, con una canna nella destra, e una lanterna nella sinistra.., ai suoi piedi erano posti canestri di portogalli indorati, di pomi e di frutta, e appese sul capo varie calze piene di ogni ben di Dio”.


Approfondimenti (percorsi di lettura, risorse digitali e film):

Altre risorse digitali: 

Attenzione al Befano di A. Venditti, in Specchio Romano 2006

Immagini:

La Befana di B. Pinelli (1921), in Costumi diversi inventati ed incisi da Bartolomeo Pinelli in n. 25 tavole, Roma,1822
BIBL CMRC INC II 11

Ritratto giovanile di Giuseppe Gioacchino Belli

Roma, veduta della Chiesa e di Piazza di S. Eustachio. di Jean Barbault (1718-1766)

La befana, 1835, Ilaudebourt Lescot p. E.ROUARGUE in “L’Italia, la Sicilia, le isole Eolie, l’isola d’Elba, la Sardegna, Malta, l’isola di Calipso ecc.”di AUDOT padre, 1835-1837.

BIBL CMRC G 177