MENU

La storia della Provincia e della Città metropolitana

Dal 1831 al 1869
L’atto di nascita della Provincia di Roma può essere fatto risalire all’editto emanato da Gregorio XVI il 5 luglio 1831 (Ordinamento amministrativo delle provincie e de’ consigli comunitativi), sebbene una prima ripartizione dello Stato Pontificio fosse già avvenuta con il Motu proprio di Pio VII Per ammirabile disposizione, emanato il 6 luglio 1816. Analogamente al Motu proprio del 1816, l’art. 1 dell’editto del 1831, nel ripartire lo Stato ecclesiastico in Delegazioni, ribadiva l’istituzione di una circoscrizione territoriale ed amministrativa a sé stante comprendente “i luoghi suburbani soggetti alla Capitale” con il nome di “Comarca di Roma”.
Organi della Comarca di Roma erano il Consiglio, che si riuniva una volta l’anno per l’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo, e la Commissione amministrativa, costituita da tre membri, che svolgeva quotidianamente le attività amministrative e rendeva conto al Consiglio. Le funzioni della Comarca inizialmente vertevano sulla costruzione e manutenzione delle strade dell’Agro Romano e della Comarca, sulle spese di casermaggio dei Carabinieri (e dopo la repubblica Romana del 1849, anche quelle di casermaggio delle truppe francesi, che rimasero nel territorio fino al 1866) e sulle spese per le pensioni delle ex guardie campestri.
La riforma dell’amministrazione pontificia avvenuta nel 1850 per opera di Pio IX (Motu proprio 12 settembre 1849 e ordinamenti successivi) aggiunse alle funzioni delle Province e della Comarca quella del mantenimento degli ospedali ed altri pubblici stabilimenti in tutto o in parte a carico della provincia (l’assistenza ai malati poveri era già assolta da qualche anno, a seguito di particolari disposizioni governative risalenti al 1842).

Dal 1870 al 1952
Pochi giorni dopo l’annessione di Roma allo Stato Italiano, con Regio Decreto 15 ottobre 1870, n. 5928, la legge 20 marzo 1865 n. 2248 sull’unificazione amministrativa del Regno fu estesa alle “Province romane”, mentre con il Regio decreto 5929, pubblicato lo stesso giorno, fu stabilito che il territorio delle Province Romane fosse unificato nella sola Provincia di Roma, divisa nei cinque circondari di Roma, Viterbo, Frosinone, Velletri e Civitavecchia (i circondari furono soppressi nel 1927). Nasceva così la Provincia più estesa d’Italia, il cui territorio coincideva grosso modo con l’intera regione laziale. La scelta del Governo italiano di includere l’intero territorio laziale in un’unica Provincia derivava soprattutto dalla mancanza di centri urbani che, oltre Roma, fossero in grado di produrre e attrarre risorse.
Organi della Provincia erano il Consiglio Provinciale, composto da sessanta membri eletti negli oltre quaranta mandamenti in cui il territorio era ripartito e la Deputazione, formata da quattordici membri (dieci effettivi, quattro supplenti) eletti in seno al Consiglio. Il Prefetto era Presidente della Provincia e della Deputazione: l’ente locale territoriale, infatti, era visto come un’articolazione periferica dello Stato. Tale contraddizione verrà meno con l’entrata in vigore del Testo Unico della legge comunale e provinciale 10 febbraio 1889, n. 5291, che stabilì l’elezione da parte del Consiglio, tra i propri membri, del Presidente della Deputazione.
Per ciò che concerne le funzioni, quella di maggior impegno, anche finanziario, era costituita dalla viabilità: la Provincia doveva provvedere alla manutenzione ordinaria delle strade provinciali e alla costruzione di nuove. Il sistema viario provinciale conobbe un notevole incremento tra gli inizi del novecento e la Prima Guerra Mondiale. A queste competenze si aggiunsero quelle in materia di assistenza psichiatrica e all’infanzia, con la gestione del manicomio e del brefotrofio, insieme all’istruzione: spettava all’ente locale territoriale provvedere all’acquisto dei materiali didattici e alla gestione degli immobili e già allora la Provincia fondava i propri istituti tecnici.
Durante gli anni della dittatura fascista, con Regio Decreto 3 maggio 1923 il Consiglio provinciale di Roma fu sciolto, e fino al 1929 la Provincia di Roma fu retta da una Commissione straordinaria incaricata dell’amministrazione provvisoria, con i poteri del Consiglio e della Deputazione. Pochi anni dopo, la riforma delle circoscrizioni provinciali del Regno, avvenuta con il Regio Decreto Legge 2 gennaio 1927, n. 1, ridisegnò il territorio laziale, che fu ripartito nelle Province di Roma, Viterbo, Rieti e Frosinone (la Provincia di Littoria, poi Latina, fu istituita più tardi, con Regio Decreto Legge 4 ottobre 1934, n. 1682).
Il periodo post bellico aveva visto un notevole accrescimento delle competenze della Provincia per ciò che riguardava la sanità: in quegli anni, furono istituiti il Consorzio Provinciale Antitubercolare e quello Antimalarico e venne rafforzato l’Istituto Medico Provinciale. Inoltre, la ridefinizione delle competenze all’Infanzia portò all’aumento dei ricoveri nel brefotrofio di Roma e al suo ampliamento.
Nell’ottobre del 1930 fu nominato il Rettorato provinciale di Roma, composto da un Preside, da un Vicepreside e otto Rettori, di nomina regia. Oltre alla sospensione dell’attività politica democratica, durante la guerra la Provincia dovette sottostare ad ingenti tagli alle risorse economiche.
Nell’estate del 1943 fu sciolto il Rettorato e nominata una Commissione straordinaria prefettizia.

Dal 1952 al 2014
Con la fine della guerra, l’amministrazione della Provincia fu retta dalla Commissione straordinaria, fino alle prime elezioni amministrative democratiche, che si svolsero nel 1952, ed in seguito alle quali il ripristinato il Consiglio Provinciale di Roma, composto da quarantacinque membri, elesse l’avv. Giuseppe Sotgiu quale Presidente della Giunta.
Da quel lontano 1870 la Provincia di Roma è cambiata molto: è cambiato il ruolo dei Presidenti, il territorio, comprese le competenze e i poteri che le varie leggi e i testi unici promulgati hanno poi modificato. Dopo la crisi di identità che ha attraversato la Provincia di Roma – resa inevitabile nel momento della creazione della Regione Lazio nei primi anni ’70, che accentrò su di sé molte competenze restringendo, in parte, il ruolo dell’Ente territoriale locale – negli anni più recenti, grazie alla devoluzione della legge Bassanini, alle Province sono state trasferite molte deleghe, oltre quelle già esistenti, e le è stato conferito un ruolo centrale soprattutto in materia di coordinamento e raccordo delle istanze su temi quali la difesa dell’ambiente, la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche, la viabilità e i trasporti, l’istruzione e i servizi sociali, la formazione professionale, l’occupazione, l’organizzazione dello smaltimento dei rifiuti e il coordinamento di opere nel settore economico, commerciale e turistico, i beni culturali. Le funzioni delle Province sono state riunite nel Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.
La riforma del Titolo V della Costituzione italiana, avvenuta con Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, con il nuovo articolo 114, ha istituito per la prima volta le città metropolitane come articolazioni territoriali di area vasta dello Stato, titolari di funzioni amministrative proprie o delegate. E’ stato però necessario attendere il 2012 per la vera e propria istituzione delle città metropolitane, avvenuta con Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95, contenente disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, all’articolo 18. Ulteriori disposizioni sono state emanate con Legge 7 arile 2014, n. 56.

La Città metropolitana di Roma Capitale
A partire dal 1° gennaio 2015 la Provincia di Roma si è trasformata in Città metropolitana di Roma Capitale, e si è dotata di proprio Statuto, approvato con Deliberazione della Conferenza metropolitana n. 1 del 22 dicembre 2014.
In particolare, l’art. 1 comma 5 dello Statuto recita: La Città metropolitana, consapevole delle responsabilità discendenti dall’art. 114 della Costituzione, riconosce le straordinarie tradizioni e peculiarità storico‐politiche della Capitale d’Italia, punto d’incontro tra culture, religioni e popoli diversi e centro della cristianità, Città tra le benemerite del Risorgimento nazionale, e insignita di “Medaglia d’oro al valor militare, Città di Roma 1849‐1949, per la   meravigliosa epopea del 1849”, nonché di  Medaglia al valor militare per la Lotta di Liberazione. In virtù del suo storico ruolo centrale, essendo depositaria di una tradizione civile fondata sul dialogo fra culture e popoli, ispira la propria formazione istituzionale ai principi di fraternità, interdipendenza tra popoli e comune destino della società umana, e promuove l’attivazione di relazioni di riconoscimento, reciprocità, condivisione, per contribuire all’edificazione di una cultura di pace e di comunione.
Il territorio metropolitano coincide con quello dei Comuni che facevano parte della Provincia di Roma, compresi i Municipi già afferenti a Roma Capitale. Assume le funzioni esercitate e le risorse appartenute alla Provincia di Roma, oltre alle altre funzioni, e relative risorse necessarie ad assolverle, previste dalla normativa vigente, in  ottemperanza ai principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza sanciti nel Titolo V della Costituzione.