“Nella cartografia della Città metropolitana delle aree idonee definita nel dicembre 2018 ed inviata alla Regione, sono state considerate distanze di 1000 m dalle case sparse e di 1500 m dai centri abitati. Parametri che furono utilizzati anche nella cartografia delle aree idonee nella redazione del piano dei rifiuti regionale del 2012”, dichiara Giuliano Pacetti, Consigliere Delegato all’Ambiente di Città metropolitana di Roma.
“Le distanze minime fissate dal piano regionale dei rifiuti del 2012 e confermate nel nuovo piano regionale dei rifiuti in approvazione – prosegue Pacetti – fissa le distanze minime in riferimento alle case sparse e ai centri abitati, rispettivamente in 500 m e 1000 m, fermo restando che la Città Metropolitana è nella facoltà di decidere distanze superiori, come fatto, al fine di tutelare i cittadini”.
“Le notizie stampa uscite in queste ore secondo cui “nei giorni scorsi si sarebbe conclusa la ricognizione dei tecnici della Città metropolitana che ha portato alla “scoperta” di una quindicina di nuovi siti all’interno dei confini della città” sono prive di fondamento”.
“Mi preme precisare, che non ci sono elementi che possano stravolgere nulla di quanto già a conoscenza della Regione Lazio, che sta procedendo all’approvazione del nuovo Piano dei Rifiuti, dove il nostro Ente ha presentato le proprie osservazioni. Le notizie stampa circolate in queste ore, sono da considerarsi non in linea rispetto alle dichiarazioni rilasciate in sede di Commissione Rifiuti, Politiche abitative e Urbanistica in cui si è ribadita la richiesta di avere criteri standard e oggettivi validi per tutte le province ed alzare a 1000 m dalle case sparse e 1500 m dai centri abitati le distanze minime dagli impianti di smaltimento”.