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Carnevale 2022: Il Carnevale con il “Pallio delli Judei” a Roma

 La Biblioteca Istituzionale e l’Archivio Storico, attraverso alcuni volumi del patrimonio documentario,  invitano alla conoscenza di un’usanza poco conosciuta del Carnevale Romano, che oggi, per fortuna, appare dura e persecutoria, illuminante anche di quella “cultura”, costante e ben radicata nei secoli, di discriminazione di una comunità, quella ebraica, della sua sistematica, costante “disumanizzazione” che conobbe alti e bassi fino all’apice dell’orrore, la Shoah.

 Il Carnevale con il “Pallio delli Judei” a Roma

Nel ‘300, Testaccio ed Agone (Piazza Navona) erano le sedi degli eventi principali del Carnevale: a Testaccio avvenivano la Giostra cavalleresca e i palii, tra cui quello dei giudei. Tivoli “vantava” il privilegio di recare il vessillo cittadino nella parata solenne di fronte alla Magistratura, ma come altri comuni, doveva fornire otto giocatori per i giochi di Testaccio (F. Clementi, in Il Carnevale Romano nelle cronache contemporanee. Dalle origini al secolo XVII con illustrazioni riprodotte da stampe del tempo,  Parte I ed., Città di Castello, Edizioni R.O.R.E – NIRUF, 1939, pp. 40 e segg). Da grandissimo privilegio e contesa tra le famiglie più nobili che ambivano a partecipare diviene segno di sottomissione a Roma e comunque un costo notevole, che viene via via accollato alla comunità ebraica, a Roma e anche a Tivoli.

Il cosiddetto “tributo” era prassi diffusa al punto che, come ricorda N. Cariello in Il Carnevale di Roma e gli Ebrei di Tivoli, (pubblicato su  “Aequa: indagini storico-culturali sul territorio degli Equi”, A.18 n.66 (2016), p.7-11) venne inserito nello statuto comunale di Tivoli, nei cap. XIX e XXXII, che definivano le norme specifiche in materia, stabilendo l’entità degli oneri a carico della comunità degli Ebrei per i giochi di Testaccio. […].

Con l’avvento di Papa Paolo II nel 1467  i festeggiamenti del Carnevale furono spostati  lungo via Lata , che secondo il Clementi assunse il nome di via del Corso perchè appunto vi si svolgevano le corse. Fu inaugurato ufficialmente e sontuosamente il Carnevale Romano, ricco di sfilate, banchetti, feste e corse.Tra gli scherzi ed i giochi più o meno legittimi, vennero stabiliti diversi palii divisi tra “bestie bipedi” e “bestie quadrupedi”. Tra i bipedi, essenzialmente, venivano impiegate tre categorie: ragazzi, vecchi ed Ebrei, come ricorda Giuseppe Gioacchino Belli:

Le curze d’una vorta 

Antro che robbi-vecchi! antro ch’aéo!
Don Diego ch’ha studiato l’animali
der Muratore, e ha letto co l’occhiali
quanti libbri stracciati abbi er museo

dice ch’er Ghetto adeso dà li palj
pe via ch’anticamente era l’ebbreo
er barbero de quelli carnovali
a Testaccio e ar piazzon der Culiseo.

Pe falli curre, er popolo rmano
je sporverava intanto er giustacore
tutti co un nerbo o una battecca in mano.

E sta curza, abbellita a sto pisto,
l’inventò un Papa in memoria e in onore
della fraggellazzion de Gesucristo.

Anche se inizialmente tale manifestazione non fosse vista come atto vessatorio nei confronti degli Ebrei, le cose trascesero dopo il 1550. In questi anni tutte le categorie erano costrette a correre completamente nude ed in particolare, agli Ebrei, venne impartito l’ordine di correre solo dopo aver consumato un lauto pasto, per essere più lenti, mentre le ali di folla, ai lati della via, potevano tirare fango e frutta marcia ai corridori. Atteggiamenti sempre più violenti convinsero i papi a emanare molti bandi per mitigare le “matte burle” verso gli ebrei.

Fu Clemente IX, nel 1668, ad abolire la corsa dei Giudei, preferendogli un tributo annuo di 300 scudi e provocando non poche proteste da parte del “pubblico”.

Dal XVII secolo, quindi, lo scherno nei confronti degli Ebrei mutò quindi in “mascherate” o “carri” di romani travestiti da Ebrei nei modi più sprezzanti. Il pezzo forte del carnevale del 1701 furono due carri di “Giudiate”.

Clementi offre un quadro del tenore di queste Giudiate, rievocando la prima:

[…] vi furono alquanti che rappresentavano quando gli Hebrei portano li morti alla sepoltura- sacrilega rappresentazione! I mascherati […] ebbero anche l’audacia di passare per il Ghetto. Gli ebrei, offesi nei loro affetti e irritati dalla irrisione delle loro cerimonie funebri, si misero allora a buttate giù ai mascherati quanta robba havevano a casa. 

L’epilogo è di parecchi feriti e 140 arresti tra gli ebrei.

Per buona parte del Settecento questi episodi di dileggio dell’ebraismo andarono avanti, scomparendo quasi del tutto nell’Ottocento.

Percorso di lettura

 Ademollo A., Il Carnevale di Roma nei secoli XVII e XVIII, Roma, Casa editrice A. Sommaruga e C., 1883

BIBL CMRC A61

Cariello N., Il Carnevale di Roma e gli Ebrei di Tivoli, in “Aequa : indagini storico-culturali sul territorio degli Equi”, A.18 n.66 (2016), p.7-11

 BIBL CMRC Riv E 75

Clementi F., Il Carnevale Romano nelle cronache contemporanee. Dalle origini al secolo XVII con illustrazioni riprodotte da stampe del tempo. Parte I, 2 ed., Città di Castello, Edizioni R.O.R.E – NIRUF, 1939.
[Bibl. CMRC G 161/1]

Clementi F, Il Carnevale Romano nelle cronache contemporanee. Dal XVII al XIX secolo con illustrazioni riprodotte da stampe del tempo. Parte II, Città di Castello, Edizioni R.O.R.E – NIRUF, 1938.
[Bibl. CMRC G 161/2]

Farina R., La Giudiata nel carnevale romano del ‘600, in Lazio ieri e oggi, A. 31 n. 2 (1995) p. 50-51

BIBL CMRC RIV B 148

Risorse digitali: 

Il carnevale romano

Il Carnevale romano e il palio dei Judei

Immagini: Achille Pinelli, Carnevale a Roma (1835); Antonio Lafréry, La festa di Carnevale fatta a Testaccio, stampa del 1558; Horace Vernet, Huile sur toile; Lingelbach Johannes Carneval in Rom (1650-1651)