Si è tenuta a Roma dal 6 all’8 novembre la Contro-conferenza sulle droghe, convocata da tutte le associazioni che si occupano di dipendenze e stupefacenti e da anni propongono soluzioni normative e politiche di largo respiro. Una visione omnicomprensiva, all’opposto dell’approccio criminalizzante e punitivo che propone il Governo, portata avanti proprio in concomitanza con la conferenza nazionale.
La Rete Elide – Rete delle Città Italiane per l’Innovazione delle politiche sulle Droghe – di cui Roma e Città metropolitana fanno parte, ha partecipato alla controconferenza portando esperienze e le proposte per un governo sociale del fenomeno, rilanciando quanto già deliberato a gennaio nell’assemblea nazionale di Milano e che non ha trovato alcuno spazio di valutazione nella conferenza nazionale.
“Come Consigliera di Roma e Delegata in Città metropolitana alle politiche sociali e pari opportunità – ha dichiarato Tiziana Biolghini – condivido pienamente quanto emerso nel dibattito, a partire dal ruolo delle amministrazioni locali nel governo del fenomeno, con un approccio integrato che metta al centro i diritti umani, la salute pubblica e la riduzione del danno. Serve una maggiore integrazione tra forze dell’ordine, servizi sanitari, sociali e società civile per costruire risposte coerenti e basate su un approccio multidisciplinare. È quanto stiamo portando avanti con l’Amministrazione Gualtieri su Roma, costruendo un modello co-programmato con le associazioni e la società civile per la prevenzione, la presa in carico e la riduzione del danno, e che abbiamo intenzione di estendere a tutti i comuni del territorio metropolitano. Più politiche sociali e sanitarie e meno repressione, con una conseguente ridefinizione delle pene, sono la strada per costruire un modello improntato alla riduzione del danno e all’uso consapevole, riducendo di conseguenza anche la spesa pubblica per il trattamento delle cronicità, così come le marginalità e l’insicurezza sociale. Gli enti locali devono essere messi in condizione, con adeguati finanziamenti e l’introduzione uniforme dei LEA, di improntare politiche strategiche e servizi territoriali dove salute e welfare siano al centro, riducendo rischi e promuovendo inclusione sociale, così come di diffondere, attraverso opportuna formazione degli operatori e campagne di sensibilizzazione, una cultura comune di consapevolezza, conoscenza e rispetto”, conclude Biolghini.