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Come comunicare l’archeologia oggi? Roma e il suo territorio Giornata di studi – Roma, 19 settembre 2025

19 Settembre 2025

Venerdì 19 settembre 2025 presso il Parco Regionale dell’Appia Antica, nella sede dell’Ex Cartiera Latina lungo la Via Appia Antica a Roma, si è svolta la Giornata di Studi “Come comunicare l’archeologia oggi? Roma e il suo territorio” dedicata al tema della comunicazione in ambito archeologico. L’evento ha avuto l’obiettivo di riflettere su casi studio e esempi fruttuosi presenti sul territorio di Roma e dintorni, in relazione soprattutto a scavi e progetti archeologici, con lo scopo di avviare una nuova stagione di studi sul tema.

La Giornata, supportata dalla Città Metropolitana di Roma e della Fondazione Patrum LUmen Sustine, nata dall’idea di Rachele Dubbini, Professoressa di Archeologia Classica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara, in collaborazione con il Team Comunicazione del progetto archeologico Appia Antica 39 e all’interno del più ampio Laboratorio ECeC – Eredità Culturali e Comunità, è stata finanziata da un progetto 5×1000 del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara, vinto dal gruppo di lavoro composto dagli archeologi Jessica Mongillo, Ian Regueiro Salcedo, Michela di Meola Rotunno, Nicolò Scialpi e dal sociologo Benedetto Bramante, con la collaborazione delle archeologhe Chiara Maria Marchetti e Martina De Giuseppe.

Il Commissario Straordinario del Parco Regionale dell’Appia Antica, Fabrizio Molina, ha aperto così la Giornata di Studi:
«Siamo molto contenti di ospitare alla Cartiera Latina la Giornata di Studi sulla comunicazione dell’archeologia, ambito al quale il Parco Regionale dell’Appia antica si è dedicato con grande impegno fin dalla sua istituzione.
Siamo infatti convinti che senza un’efficace comunicazione dei grandi valori ambientali e culturali del territorio del Parco, rivolta a diverse tipologie di pubblico, non sia possibile stimolare quel senso di appartenenza nelle comunità, che è essenziale per realizzare una effettiva azione di tutela.
Lo scavo archeologico di via Appia 39, ad esempio, ha restituito reperti di eccezionale valore e in uno stato di conservazione davvero sorprendente. Un tesoro del genere merita di essere studiato, raccontato e condiviso con tutti, affinché non vada mai disperso. Auspico che questa sinergia con l’Università di Ferrara, o altri Enti, possa continuare a lungo, arricchendo la conoscenza e la valorizzazione del nostro territorio».

Proseguendo con i saluti istituzionali, Mariano Angelucci, Presidente della Commissione Turismo, Moda e Relazioni internazionali di Roma Capitale e consigliere metropolitano, ha dichiarato:

«Comunicare l’archeologia oggi è una sfida cruciale: significa rendere accessibile a tutti un patrimonio che troppo spesso resta confinato a pochi addetti ai lavori. Serve un cambio di passo, una comunicazione capace di parlare a tutti, coinvolgendo il territorio, le comunità locali, i giovani. La Giornata di Studi va esattamente in questa direzione: creare un dialogo reale tra istituzioni, università e cittadini, affinché l’archeologia non sia più percepita come un sapere elitario, ma diventi patrimonio vivo e condiviso. Come Città Metropolitana, crediamo fortemente in questo approccio e continueremo a sostenerlo».

Dibattito quanto mai attuale, necessario e fondamentale per riflettere su quanto si teorizza, ma difficilmente concretizzato nella Comunicazione di ambito culturale.

La Giornata di Studi può costituire un nuovo inizio, un punto di partenza per intraprendere nuove strade di ricerca, ragionando non soltanto su quanto è stato fatto finora, ma anche su ciò che si vuole e si può ancora fare, a partire da casi studio esemplari.

La Giornata di Studi è stata un’occasione per porsi insieme domande, dialogare con e tra ricercatori, professionisti e Istituti che si occupano di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico.

«Il sostegno che Città metropolitana dà alla ricerca archeologica e a progetti come questo, con l’obiettivo di ampliare e riportare alla luce tesori finora nascosti, pone necessariamente il tema di come comunicare non solo il risultato ma il processo scientifico, coinvolgendo il pubblico, soprattutto giovane, sia attraverso attività didattiche e di laboratorio sia soprattutto attraverso la comunicazione. Creare partecipazione e coinvolgimento con tutti i linguaggi e i mezzi oggi disponibili, dai social all’intelligenza artificiale, è una finalità che va di pari passo alle attività scientifiche di valorizzazione del patrimonio storico e archeologico su cui istituzioni, università e associazioni investono in un lavoro comune. La sfida è saper coniugare autorevolezza scientifica e attrattività pubblica, e la chiave consiste nel saper trasmettere non solo la complessità delle opere quanto soprattutto il piacere e lo stupore continuo della scoperta, stimolando a un nuovo modo, coinvolgente, accessibile e immersivo, di conoscere e fruire l’arte. In questo modo, si riuscirà a creare una più profonda connessione del patrimonio archeologico all’identità locale e al futuro delle comunità», ha sottolineato il Capo di Gabinetto di Città metropolitana di Roma Capitale, Francesco Nazzaro.

Un dialogo a più voci, provenienti da ambiti diversi, ma fondamentali per dar vita ad un dibattito costruttivo, composito e variegato, con esperti di archeologia e di sociologia culturale e – ovviamente – di comunicazione.
A tal proposito interviene il Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica nonché prossimo Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Simone Quilici:
«Ringrazio l’Università di Ferrara per aver promosso questo momento di confronto, che ci consente di riflettere su un tema tanto cruciale quanto delicato: la comunicazione delle scoperte archeologiche.
L’archeologia suscita un enorme interesse nel pubblico e tra i media, ma proprio per questo è indispensabile che la diffusione delle scoperte avvenga in modo tempestivo, corretto e coordinato. Solo così possiamo evitare fraintendimenti, valorizzare appieno il lavoro degli archeologi e restituire alla collettività il significato profondo del nostro patrimonio culturale.
Il Ministero della Cultura è impegnato a sostenere questo percorso, favorendo una comunicazione chiara e responsabile che renda l’archeologia sempre più accessibile e condivisa».
A seguire, così conclude i saluti istituzionali la Dott.ssa Marina Marcelli della Sovrintendenza Capitolina:
«Dal 2024, in coincidenza con l’inserimento del Parco dell’Appia nella lista dei siti UNESCO, la Sovrintendenza Capitolina ha dedicato particolare attenzione ad un incremento della valorizzazione culturale sul territorio, che ha interessato in misura particolare il museo Villa di Massenzio. Numerosi monumenti della Sovrintendenza, situati lungo l’asse dell’Appia, sono attualmente oggetto di interventi conservativi e di valorizzazione finanziati con fondi PNRR: oltre alla stessa Villa di Massenzio, le Mura Aureliane, il colombario di Pomponio Hylas, l’area archeologica di via Cilicia, il Sepolcro di Priscilla, la chiesa di S. Urbano alla Caffarella con il ninfeo di Egeria. È inoltre in progettazione un intervento di restauro con nuovi percorsi di visita accessibili del Museo delle Mura.
La finalità ultima è di creare un circuito di visita coordinato dei monumenti sull’Appia, in cui il tema dell’accessibilità è inserito tra le priorità, anche mediante la realizzazione di nuovi supporti didattici per non vedenti e la proposta di visite in LIS».

In rappresentanza dell’Università Degli Studi di Ferrara, specializzato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi, così ha commentato la Giornata di Studi il Professor Marco Pedroni:

«Comunicare l’archeologia oggi significa molto più che valorizzare monumenti e siti: significa restituire senso al passato come spazio di dialogo, inclusione e confronto critico. Solo così il patrimonio smette di essere un museo a cielo aperto e diventa una risorsa viva, capace di parlare a tutte le comunità che lo abitano».

“Come comunicare l’archeologia oggi? Roma e il suo territorio” è stata l’occasione per ragionare e definire nuove linee guida, format e modelli di lavoro concreti per tutti coloro che si occupano e occuperanno di comunicazione in ambito archeologico.

Il prezioso contributo fornito da relatori e funzionari di Enti e Parchi archeologici locali, così come di professionisti della comunicazione, è stato e sarà per il futuro un punto di riferimento per il territorio di Roma e dintorni.