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Azzardo e disuguaglianze: l’allarme del Terzo Libro Nero. Biolghini: “Città Metropolitana lancia un fronte di resistenza sociale”

18 Luglio 2025

Il fenomeno dell’azzardo legale in Italia ha ormai superato ogni soglia di sostenibilità sociale. Non è più solo una questione morale o sanitaria: è un tema di giustizia territoriale, di tenuta democratica e di lotta alle disuguaglianze”, dichiara Tiziana Biolghini, consigliera delegata alle politiche sociali della Città Metropolitana di Roma, commentando i dati contenuti nel Terzo Libro Nero dell’Azzardo, promosso da Federconsumatori, CGIL e Fondazione ISSCON.

Secondo il report, nel 2024 la raccolta complessiva dell’azzardo in Italia ha raggiunto i 157,4 miliardi di euro, pari al 7,2% del PIL, superando di 20 miliardi la spesa sanitaria nazionale. Si tratta di una cifra senza precedenti, cresciuta del 42,5% rispetto al 2019 e di oltre 6 punti percentuali rispetto al 2023. Le perdite nette per i cittadini sfiorano i 23 miliardi di euro, equivalenti al reddito annuo netto di 1,15 milioni di lavoratori a tempo pieno. In un contesto di crisi sociale persistente, precarietà occupazionale, inflazione e contrazione del potere d’acquisto, l’azzardo legale si consolida come una tassa occulta sulla povertà.

Le periferie pagano il prezzo più alto

La fotografia scattata dal Libro Nero è impietosa. Le aree più fragili del Paese – e della nostra città – sono quelle in cui l’azzardo attecchisce con maggiore forza, alimentando un circolo vizioso di esclusione e vulnerabilità. Le periferie urbane del Comune di Roma e le aree interne del territorio metropolitano – da Subiaco a Cave, da Artena a Tolfa – sono sempre più bersagliate da offerte di gioco invasive, in particolare quelle online”, sottolinea Biolghini.

Roma si colloca tra le dieci città italiane con la più alta raccolta d’azzardo, con una media pro capite di 3.558 euro. A incidere è soprattutto il canale online, che ha superato i 92 miliardi di euro su scala nazionale, segnando una crescita del 12,2% in un solo anno. Il gioco a distanza – slot digitali, casinò virtuali, scommesse – è la nuova frontiera della dipendenza: anonimo, pervasivo, senza limiti di orario e controllo sociale. I conti di gioco attivi in Italia sono oltre 20 milioni, quasi uno ogni due adulti. Nel Lazio, secondo i dati del report, sono stati aperti 560.000 conti solo nel 2024, con una media di oltre 500 conti ogni 1.000 abitanti nella fascia 18–74 anni.

Questa dimensione invisibile e digitale dell’azzardo si insinua con particolare violenza nei territori più isolati o privi di presidi sociali – spiega Biolghini –. I piccoli comuni dell’area metropolitana e le periferie urbanistiche della Capitale sono diventati nuovi epicentri del fenomeno. Lo conferma anche la crescita abnorme registrata in centri come Rocca Priora, dove nel 2024 si è verificato un calo anomalo delle giocate da oltre 58 milioni, forse segnale di una dinamica criminale in fase di riconfigurazione”.

Un problema di salute pubblica e coesione territoriale
Il Libro Nero insiste sulla dimensione di “dipendenza dello Stato dall’azzardo”, concetto elaborato da studiosi come Maurizio Fiasco e Simone Scagliarini: lo Stato italiano, mentre incassa entrate erariali dall’azzardo, disinveste nella prevenzione e nei servizi per le dipendenze. L’Osservatorio Nazionale per il contrasto al gioco patologico è stato smantellato. Il fondo nazionale dedicato è stato accorpato ad altri fondi per le dipendenze e drasticamente ridimensionato. E mentre aumenta l’offerta di gioco (come nel caso della quarta estrazione settimanale del Lotto), le amministrazioni locali vengono esautorate dal potere di regolare distanze dai luoghi sensibili o orari delle sale.

La riforma in atto, lungi dal rappresentare un riordino, è in realtà una deregulation. Si assiste a una normalizzazione dell’azzardo anche nella narrazione pubblica, che cancella il suo legame con la povertà, la criminalità e la fragilità psico-sociale. In assenza di una legge quadro nazionale che riduca l’offerta e tuteli la salute, spetta a noi enti territoriali costruire resistenza, protezione e consapevolezza”, dichiara Biolghini.

Cinque linee d’azione per la Città Metropolitana di Roma
Alla luce dei dati del Libro Nero, la consigliera Tiziana Biolghini propone un’agenda operativa per contrastare il fenomeno nelle aree interne e nei quartieri periferici della Capitale:

  • Osservatorio metropolitano sull’azzardo: attivazione di un sistema di monitoraggio stabile e trasparente del fenomeno, in collaborazione con ASL, enti del Terzo Settore, scuole e sportelli sociali. L’Osservatorio potrà elaborare report periodici a livello sub-comunale, intercettando anche indicatori indiretti (insolvenze, accesso ai servizi sociali, richiesta di microcredito).
  • Educazione e prevenzione nei contesti scolastici e giovanili: estensione del progetto “Generazione Consapevole” a tutti i municipi, con moduli integrati di educazione finanziaria, media literacy, prevenzione del rischio. Particolare attenzione sarà data agli istituti scolastici delle aree con maggiore esposizione all’azzardo online.
  • Protocolli territoriali di contrasto alle ludopatie: rafforzamento delle reti tra Comuni, ASL, centri di ascolto, sportelli per il lavoro e servizi educativi. Previsione di unità mobili socio-sanitarie in aree periferiche per l’intercettazione precoce del rischio e la presa in carico integrata.
  • Campagne mirate nei piccoli comuni: realizzazione di una campagna informativa metropolitana nei 64 comuni con meno di 10.000 abitanti, dove – come evidenziato dal report “Non così piccoli” – l’azzardo online cresce in modo sproporzionato e silenzioso, in assenza di spazi pubblici di aggregazione o supporto.
  • Iniziative regolatorie e urbanistiche: supporto ai Comuni nell’introduzione di regolamenti locali che limitino l’apertura di nuove sale da gioco o la prossimità ai luoghi sensibili, anche nei limiti consentiti dalle normative nazionali. Promozione della “rigenerazione preventiva” degli spazi pubblici nei quartieri ad alta incidenza di gioco, per trasformarli in presidi civici e culturali.

Un impegno politico, non moralistico: una proposta sul fondo antiusura

Non si tratta di moralismo. Si tratta di giustizia sociale e territoriale, di salute pubblica, di lotta alla solitudine, alla marginalità e alle reti criminali. L’azzardo legale, così come oggi è regolamentato, si è trasformato in una macchina che alimenta povertà, indebitamento e dipendenza. A guadagnarci – lo dicono i dati – sono le grandi multinazionali del gioco, le mafie, e in minima parte lo Stato, che ha però dismesso ogni funzione di tutela delle fasce fragili”, ribadisce Biolghini.

Un punto particolarmente sensibile riguarda oggi le conseguenze del gioco patologico sull’indebitamento delle famiglie. La Città Metropolitana di Roma propone una misura concreta: l’utilizzo mirato del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, previsto dall’articolo 15 della legge 7 marzo 1996, n. 108, e alimentato in parte dagli utili della Cassa Depositi e Prestiti, a sostegno delle persone e famiglie vittime di sovraindebitamento da gioco.

Attualmente, questo Fondo è gestito tramite convenzioni con associazioni e fondazioni antiusura iscritte presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le risorse sono destinate prioritariamente a prestiti di garanzia o a forme di microcredito per soggetti che non riescono ad accedere al credito ordinario, al fine di prevenire il ricorso a circuiti illegali. Tuttavia, solo raramente tali strumenti vengono utilizzati per affrontare i danni generati dal gioco d’azzardo, che è invece tra le cause principali di indebitamento familiare, soprattutto nelle periferie e nelle aree interne.

La nostra proposta – afferma Biolghiniè semplice e concreta: rendere strutturale l’uso del fondo antiusura per sostenere famiglie e singoli cittadini colpiti da forme di dipendenza da gioco. Questo può avvenire attraverso linee dedicate di microcredito sociale, forme di affiancamento psico-finanziario, e l’obbligo per i soggetti gestori del fondo di costruire partnership operative con i servizi per le dipendenze (SERD), i servizi sociali comunali e le reti associative del territorio”.

Le modifiche possibili in sede legislativa – prosegue Biolghiniriguardano l’aggiornamento delle linee guida per la gestione del fondo e l’esplicito riconoscimento della dipendenza da gioco come causa di vulnerabilità economico-sociale rilevante. Già oggi la normativa (L. 108/1996, art. 15, comma 5) consente al MEF di definire criteri e modalità di utilizzo con ampi margini di discrezionalità, anche attraverso bandi tematici. È tempo che il legislatore, e il Ministero dell’Economia, riconoscano l’urgenza di questa emergenza e orientino parte delle risorse del fondo in questa direzione”.

Una coalizione civica per cambiare rotta

La Città Metropolitana di Roma si unisce con forza alle richieste avanzate dal Terzo Libro Nero: trasparenza sui dati, ripristino dell’Osservatorio nazionale sul gioco patologico, contrasto alla pubblicità dell’azzardo, e una vera legge quadro nazionale che abbia al centro la tutela della salute e della legalità, e non le entrate erariali.

Ma è a livello locale – conclude Biolghini – che possiamo iniziare a costruire una resistenza concreta. Serve una coalizione civica e istituzionale: sindaci, ASL, scuole, Terzo settore, cittadini. Una rete che renda visibile ciò che oggi è nascosto, che protegga chi è più fragile, che riapra spazi pubblici alla partecipazione e al benessere. Una rete che dica con forza che l’azzardo non è un gioco, ma un’emergenza sociale”.