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Monitoraggio e gestione del lupo

La Città metropolitana di Roma Capitale ha realizzato il progetto ”Monitoraggio e gestione del lupo nella provincia di Roma” (PLP), elaborato dal personale tecnico di questa Amministrazione, del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” Università degli Studi di Roma “Sapienza” (DBBCD) e del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini (PNRMS).

Il territorio metropolitano di Roma si colloca in posizione strategica, al centro dell’areale di presenza del lupo in Italia centrale, ed è quindi critico per assicurare la connettività demografica e genetica della popolazione di lupo su scala nazionale. Nelle stesse aree, del resto, sono particolarmente rilevanti attività umane di interesse economico e tradizionale, come la pastorizia; queste vanno tutelate e valorizzate, specialmente nell’ottica di un sostegno delle attività economiche secondarie ed in aree disagiate.

Lo scopo del progetto è stato quello di facilitare l’acquisizione di conoscenze affidabili per descrivere, caratterizzare e quantificare il fenomeno del conflitto lupo-zootecnia nel suo divenire, e quindi acquisire gli strumenti gestionali essenziali: dal monitoraggio delle popolazioni di lupo alla quantificazione dei danni alla zootecnia e del comparto zootecnico su scala provinciale; dall’elaborazione di piani di monitoraggio, allo sviluppo di modelli predittivi di idoneità ambientale ed all’elaborazione di una strategia gestionale, passando per una corretta divulgazione e sensibilizzazione, sia del pubblico che del personale preposto e sensibilizzare maggiormente il personale amministrativo (aree protette, comuni, comunità montane, città metropolitana) sui problemi gestionali relativi alla presenza del lupo sul territorio e sulle possibili soluzioni.Dato il carattere innovativo del progetto, e l’attualità economica e sociale delle problematiche affrontate anche in altri ambiti amministrativi (Città Metropolitane, Province, Regioni) sul territorio nazionale, è nostra convinzione che i risultati del presente progetto, se opportunamente valorizzati, possano rappresentare un modello valido anche in altri ambiti amministrativi, possibilmente su più ampia scala, per arrivare a soluzioni di monitoraggio e gestione del lupo più affidabili e razionali. 

Le attività previste nel progetto sono state:

  • realizzazione di una banca dati del lupo nel territorio della Città metropolitana di Roma Capitale;
  • avvio di un piano di monitoraggio standardizzato nel Parco dei Monti Simbruini;
  • istituzione sperimentale di una Task Force del lupo;
  • realizzazione di un corso sull’accertamento dei danni al bestiame;
  • analisi dei danni da lupo sul territorio metropolitano;
  • creazione di un modello di idoneità ambientale del lupo;
  • individuazione di una strategia per la conservazione e gestione del lupo nel territorio metropolitano.

Per ulteriori approfondimenti rispetto ai risultati ottenuti nel progetto si possono consultare, in allegato, i documenti finali prodotti nell’ambito del progetto stesso:

  • Ciucci P., 2012. Monitoraggio e Gestione del lupo nella provincia di Roma. Relazione tecnica finale. Dipartimento V, Servizio I Ambiente, Provincia di Roma, pp. 263 disponibile presso il Servizio Aree protette e parchi regionali della Città metropolitana di Roma Capitale (f.marini@cittametropolitanaroma.it);
  • PNRMS, 2012. Monitoraggio e Gestione del lupo nella provincia di Roma. Relazione tecnica finale. Dipartimento V, Servizio I Ambiente, Provincia di Roma, pp. 159, www.simbruini.it;
  • Galluzzi A., 2014. Monitoraggio e Gestione del lupo nella provincia di Roma. Relazione della fase di   aggiornamento (1°) dei dati di presenza del lupo e dei danni al patrimonio zootecnico, pp. 36. www.simbruini.it

PRIMA INDAGINE ANNI 2021-21

Anche la Città metropolitana di Roma Capitale partecipa direttamente alla prima indagine 2020-21 di avvio del monitoraggio nazionale del Lupo, finalizzata a produrre una prima stima annuale omogenea della distribuzione e consistenza della specie che rappresenti il riferimento iniziale di un piano pluriennale di monitoraggio.

L’iniziativa, coordinata da ISPRA (organo tecnico del Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare) è di particolare rilievo in quanto per la prima volta è stato messo a punto un protocollo standardizzato a livello nazionale che vede coinvolti operatori appositamente formati per l’indagine.

Il territorio italiano è stato suddiviso in celle di monitoraggio nell’ambito delle quali per ogni bimestre, da dicembre a marzo, saranno raccolti i dati corrispondenti a segni di presenza della specie (prevalentemente escrementi) o avvistamenti diretti o indiretti tramite l’impiego di fototrappole, lungo percorsi definiti. Possono essere raccolti campioni biologici di Lupo, come escrementi, peli o muscolo in caso di ritrovamento di carcasse per effettuare le indagini genetiche e rilevare la presenza di eventuali ibridi nella popolazione di Lupo locale.

E’ stata messa a disposizione una App in grado di georeferenziare i percorsi ed inviare in tempo reale i dati ad ISPRA.

Il personale della CMRC che partecipa al progetto è rappresentato dal personale tecnico ed Operatori Specializzati Ambiente afferenti alle Riserve naturali di Monte Soratte e Monte Catillo, oltre a personale del Corpo della Polizia Locale di CMRC.

Ad aprile 2021 si è conclusa la prima fase di indagine per standardizzare il protocollo di monitoraggio del Lupo a scala nazionale, che proseguirà nei prossimi anni investendo ulteriori territori anche nella Regione Lazio.

Nell’ambito di questa attività il 13 settembre u.s. è stato ritrovato un esemplare di Lupo investito in zona limitrofa alla Riserva naturale del Monte Soratte.

Sono intervenuti personale del Comando Stazione Carabinieri Nucleo Forestale Sant’Oreste, personale Operatori Specializzati Ambiente della Riserva naturale Monte Soratte (OSA), personale della Polizia Locale della CMRC come rilevatore del progetto che ha provveduto a compilare la scheda tecnica di rilievo.

La carcassa del Lupo è stata successivamente trasporta dagli Operatori della Riserva (OSA) presso la Riserva regionale Nazzano Tevere Farfa dove i Guardiaparco hanno provveduto a trasportarla all’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana per gli accertamenti genetici e necroscopici.

Gli investimenti stradali, insieme al bracconaggio con lacci e bocconi avvelenati, sono le prime cause di mortalità del Lupo nel nostro Paese.

Per approfondimenti:

https://www.isprambiente.gov.it/it/archivio/notizie-e-novita-normative/notizie-ispra/2020/10/linee-guida-per-il-monitoraggio-nazionale-del-lupo

https://www.parchilazio.it/schede-16196-video_di_presentazione_del_monitoraggio_nazionale_del_lupo

 

Per informazioni: dr.ssa Francesca Marini – Servizio Aree protette -Tutela della biodiversità – Dip. III – Città metropolitana di Roma Capitale (cell. 342 3209962; e-mail: f.marini@cittametropolitanaroma.it ).

 

Allegati

Relazione aggiornamento piano lupo 2013

Relazione Finale BBCD

Realazione Finale lupo Parco Regionale Monti Simbruini